martedì 4 ottobre 2016

The Nice Guys


Titolo originale: The Nice Guys
Paese: USA
Anno: 2016
Regia: Shane Black
Cast: Russel Crowe, Ryan Gosling, Angourie Rice, Matt Bomer, Margaret Qualley, Kim Basinger, Beau Knapp, Yaya DaCosta
Genere: giallo, commedia, thriller

Popolo del web! Popolo d’Italia! …Ah, ehm.., no, così non va bene, sembrerebbe un po’ troppo, per l’appunto, populista o patriottico, meglio ricominciare daccapo con toni più mesti…

Sopravvissuti a questo burrascoso periodo di impegni, scalogne, scarsa ispirazione e un pizzico di apatia, ecco che l’indomito timoniere di questo blog mi ha affidato il gravoso compito di “riaprire le danze” e puntare di nuovo i riflettori su questa piccola realtà di appassionati del cinematografo.
E cosa c’è di meglio, per iniziare un nuovo corso, che recensire uno dei film più spassosi e divertenti di questa ricchissima annata cinematografica? Sto parlando ovviamente di “The Nice Guys”!

I nostri (anti)eroi e altre due piccole investigatrici!

Il film di Shane Black, e per chi non sapesse chi è questo “Dio della sceneggiatura” basti dire che è un tizio che, a soli 25 anni, vendette il suo primo script cinematografico (“Arma Letale”, considerato lo script perfetto e metro di paragone per tutti i successivi blockbuster hollywoodiani) per 250000 $ e che è la mente dietro tanti cult quali L’ultimo Boyscout, Last Action Hero, Kiss Kiss Bang Bang, Iron Man 3, si inserisce pienamente nel filone dei cosiddetti buddy-movie (filone che andava molto negli anni ‘80/’90), cioè quelle pellicole poliziesche che ruotano attorno ad una “strana coppia” (solitamente poliziotti, agenti o, come in questo caso, investigatori privati) formata da due tizi mal assortiti ed, inizialmente, poco inclini al gioco di squadra che, pian piano, iniziano a conoscersi e ad apprezzarsi fino a formare un’accoppiata vincente. La strana coppia dovrà, solitamente, vedersela con qualche ingarbugliata storia noir, affari poco puliti, giri di scommesse clandestine, prostituzione, malavita e bassifondi.

La storia prevede un’incursione nel cinema a luci rosse (tipico stereotipo del noir e del pulp) ed, in pillole, è la segunte: “nella Los Angeles degli anni 70, libertina, stravagante e decisamente trendy, un investigatore privato, Holland March, e un detective senza scrupoli, Jackson Healy, si alleano per risolvere il caso di una ragazza scomparsa e la morte di una porno star che apparentemente non sembrerebbero correlate: scopriranno che un semplice omicidio nasconde il caso del secolo!” [fonte: Comingsoon]

Giuro, poi diventeranno ottimi amici!!
La strana coppia portata sullo schermo da Shane Black è formata dal divo Russel Crowe e dall’anti-divo Ryan Gosling, entrambi scritti e interpretati con una maestria incredibile: il primo è una sorta di “picchiatore corazzato” che cerca, a suo modo, di fare del bene e sistemare le cose, è un duro un po’ sornione, divorziato e che ha ottenuto poco dalla vita, tranne per un’unica importante occasione che, per la prima volta, l’ha fatto sentire “utile” agli occhi degli altri e da allora ha intrapreso la sua personale crociata contro prepotenti e farabutti; il secondo è un bravo detective che, però, si perde in un bicchier d’acqua, pardon, d’alcool, somiglia all’ispettor Clouseau di Peter Sellers de “La pantera rosa” ed è un gran pasticcione, carico di goffaggine e di una comicità molto slapstick. Il detective interpretato da Ryan Gosling è il vero mattatore ed è la dimostrazione di quanto riesca ad essere poliedrico e a reinventarsi sempre in maniera convincente questo attore; il suo personaggio è un padre un po’ distratto, che si comporta spesso in maniera infantile, non prende nulla sul serio e maschera la tristezza e un senso di colpa per la perdita della moglie con un’ironia cinica e frizzante, sempre presente nei suoi discorsi.

Oltre all’accoppiata protagonista, altrettanto importanti sono le figure femminili che ruotano attorno a loro (e mai come negli ultimi anni si è vista una preponderanza di ottimi personaggi femminili, memorabili e ben caratterizzate e, per citarne giusto un paio, l’Elle Fanning di “The Neon Demon”, la Charlize Theron di “Mad Max: Fury Road” o l’Alicia Vikander di “Ex machina” o di “The Danish Girl” ma la lista tenderebbe ad esser infinita…) e tra esse troviamo la figlia del detective Holland March (Ryan Gosling), Holly, bravissima nel suo ruolo, mai fastidiosa e narrativamente fondamentale, il suo rapporto con il padre (molto spesso il vero bambino tra i due) viene ben sviscerato e impariamo ad affezionarci ad entrambi i personaggi. Inoltre vi è Amelia, fulcro dell’intera trama, la ragazza in fuga è interpretata da Margaret Qualley (“TheLeftovers”, bellissima la season 2, guardatela!!), la quale appare e scompare in diversi snodi narrativi ma la cui presenza aleggia in ogni scena. Infine la diabolica madre di quest’ultima è interpretata da una Kim Basinger in gran spolvero, qui devota al “lato oscuro”, porta avanti un personaggio-clichè della donna in carriera avida e spregiudicata, figlia del più becero capitalismo rampante.

Si capisce fin da subito che sia il vero "cattivo" dietro le quinte ma non viene meno il godimento del racconto!

A tutti questi personaggi femminili si aggiunge il villain del sex symbol Matt Bomer che sembra un po’ la caricatura dell’Anthon Chigurh di “Non è un paese per vecchi”, un po’ macchiettistico ma che, tutto sommato, svolge egregiamente la sua parte.

A livello di messa in scena troviamo tutto ciò che ha reso grande questo genere: scazzottate, sparatorie e scene d’azione sono sempre molto chiare, le battute pungenti e mai ridondanti, l’atmosfera che si respira è la stessa de “Il grande Lebowski”, le risate abbondano e il tutto è accompagnato da scenografie ricche di colori sgargianti, luci al neon e abbigliamenti tra il kitsch e il fantasioso e tutto ciò è sorretto da una colonna sonora strepitosa, ricca di pezzi indimenticabili degli anni ’70, ben inseriti e contestualizzati. La regia, inoltre, è moto godibile, la macchina da presa segue i personaggi in maniera egregia con efficaci campi e controcampi, nulla di eclatante ma, anche qui, è stato svolto un buon lavoro.


A livello tematico, invece, l’inquinamento morale e fisico che sembra attanagliare Los Angeles (ma a livello più generale gli interi USA) è il punto focale della vicenda, oltre ad un occhio ai mondi torbidi che si scontrano e si incontrano del porno anni ‘70 (ultimo periodo d’oro del porno su pellicola) e dei grandi produttori automobilistici con i loro agganci nella politica e nella legislatura per proteggere i loro interessi e danneggiare i consumatori a loro insaputa, il tutto per ottenere il massimo profitto con il minimo sforzo e senza nessun precetto etico o morale. Altra grande tematica è l’enfatizzazione della figura femminile, del potere della donna in quanto tale, le donne (come in molti altri film recenti) sono gli unici personaggi a compiere reali scelte morali, a portare avanti una sorta di “rivoluzione politica” e ciò, perlomeno, accade nel cinema d’oltreoceano; in Europa, invece, a volte, la donna (non è un demerito sia chiaro) è rappresentata ancora in tutta la sua fragilità e perde letteralmente tutto, come ci viene mostrato dallo splendido “Julieta” di Almodóvar.

Una delle scene più divertenti tra quelle iniziali! Risate a crepapelle sono assicurate!
Insomma, Black realizza, a mio parere, un ottimo omaggio al genere buddy-movie, aggiungendoci qualcosa di personale e rendendo redivivo il filone ibridandolo con il noir e ammantandolo di quel cinismo e quel “black humor” presente in molte altre sue pellicole (basti pensare, a titolo di esempio, come vengono rappresentate le morti su schermo: presenti e, alcune volte, anche d’impatto a livello narrativo ma vengono, sempre e comunque, messe in ridicolo per le modalità con cui si verificano).
Per concludere, questo film lo consiglio a tutti, anche a chi non ama particolarmente l’action, essendo infatti ibridato col noir, c’è molta meno azione di un “Die Hard” o di un “Arma Letale”; la trama è tutto sommato non troppo complessa da seguire, direi semplice ma allucinante, il caso in sé non è nulla di particolarmente elaborato ma i personaggi, i loro rapporti e il mondo che prende vita attorno ad essi sono straordinari e portati in scena con un immenso amore verso questo genere che ormai non si fa più. Se non vi avessi ancora convinto sappiate che il film è un ricettacolo di battute memorabili ed instant cult come:

“Il matrimonio è comprare una casa per qualcuno che odi, ricordatelo!”
Ma tu hai fatto davvero un film porno con la trama??”


Voto: 8 ½

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