venerdì 29 agosto 2014

martedì 19 agosto 2014

Consigli ribelli per il Cinema: Dragon Trainer 2






Titolo originale: How to train your dragon 2
Paese: USA 
Anno: 2014
Regia: Dean DeBlois
Cast: Jay Baruchel, America Ferrera, Gerard Butler,  Craig Ferguson
Genere:  Animazione


Ed eccoci qui, miei cari spettatori.

Dopo la nota dolente (eufemismo) del nostro pianto Williams, andiamo tutti avanti.

Qualche giorno fa, il giorno stesso della tragedia, sono andato al cinema e mi sono visto, da titolo "Dragon Trainer 2".

Ci siamo lasciati, alla fine della prima pellicola (anno 2010), con Hiccup che ha fatto conoscere al suo villaggio la gentilezza e la bontà dei draghi e che finalmente ha ricevuto l'approvazione del padre Stoik.

In film di oggi inizia 5 anni più tardi, con un Hiccup fatto ragazzotto che si è messo a truccare il suo drago per impennare davanti alle valchirie e quelle mmmute, dicevo, Hiccup è grande e, insieme al suo amico drago Sdentato, passa gran parte delle sue giornate a volare e scoprire nuovi territori; infatti, a ogni pit stop, tira fuori la sua mappa e la aggiorna, cerca se ci sono nuovi esemplari di drago e fa altre cose che solo un grande appassionato di Alberto Angela potrebbe fare

Oggi a Ulisse, Il piacere della scoperta, parleremo dei draghi. Sono essi veramente crudeli, o è tutta una questione di immagine?

Durante una delle sue esplorazioni, egli fa conoscenza (in modo non certo amichevole) con una banda di cacciatori di draghi, i quali sono assoldati da un certo Drago Bludvist.

Chi è quest'uomo? Perchè quando Hiccup fa rapporto al suo villaggio, tutti rabbrividiscono e sanno che dovranno dar battaglia?

Dopo 4 anni, ecco che la Dreamworks tira fuori dal cilindro un titolo che sicuramente fa gola, grazie al buonissimo successo del primo cartone; in questa pellicola l'aspettativa (quantomeno personale) era quella di rivedere l'allegra combriccola di ragazzini cavalcatori di draghi e di osservare la loro evoluzione e il rapporto con i loro, uh, "pet sputafuoco".
Au contraire, il film si svolge al 99.9% intorno a Hiccup e alla sua famiglia, con una sottostoria talmente pesantuccia che, durante gli spiegoni dei personaggi, mi è partito un "mah" di quelli potenti.

Dal trailer, infatti, si capisce che la mamma del giovane protagonista non è morta; personalmente pensavo che lei fosse la cattiva del film. D'altro canto avrebbe senso, in quanto nel primo film si intuisce che lei se n'è andata via per sempre, lasciano il protagonista da solo col babbo grande e grosso. Per un cartone questa trama può essere grottesca ma sicuramente interessante. NB: questa era in realtà la trama originale; hanno dovuto risistemarla perchè, appunto, era troppo negativo per un pubblico giovanissimo

Invece viene messo lì a caso un espediente talmente imbarazzante e nosense dettato dal buonismo che fa, oltre a perdere colpi e a rallentare la trama, cascare le braccia e quelle cose che gli uomini hanno in mezzo alle gambe e fa rima con "abrasioni".

[inizio della lamentela, se volete, andate direttamente alla conclusione]
E qui permettetemi di essere polemico, dai: trovo piuttosto insolito che l'America (uno dei paesi con maggior esportazione di armi al mondo, un paese dove la gente può legittimamente avere un fucile a canne mozze sotto il cuscino, con la pena di morte e con un sistema sanitario privato al più) abbia case cinematografiche con tanto buonismo, specialmente quando si tratta di produrre film destinati a un pubblico fanciullesco.

In un cartone del genere, se vuoi fare le cose fatte bene, devi essere quantomeno elastico!!! D'altro canto, porca eva, si tratta comunque di un cartone sui vichinghi! Non dico di mettere scene della tortura dell' Aquila di sangue, ma almeno qualche colpo di scena si potrà pur mettere, o no? Alla fine, se ci pensiamo, pure il primo, nella sua semplicità aveva messo espedienti particolari (il piede di Hiccup per esempio)

Cose molto spiacevoli

Io non so se continuerò a guardare film destinati ANCHE a un pubblico intantile, perchè obiettivamente mi sono rotto i coglioni di vivere in una società dove se telefoni in questura per liberare una "ragazza da compagnia" e resti impunito la gente non alza un dito, ma se ci metti in un cartone animato la storia di una mamma che abbandona il figlio e *può essere* anche cattiva le associazioni mamme si ribellano.
[fine della lamentela]


Quindi signori, questo è quanto: avevo una grande aspettativa che è andata a schiantarsi contro un muro. La storia è proprio da "uaddafak" (ma nel significato cattivo), scene o dialoghi particolarmente interessanti non ce ne sono, salvo giusto Skaracchio e il suo umorismo base che, incredibile a dirsi, riesce ad alleggerire qualche scena.

Voto: 4

martedì 12 agosto 2014

Scheda di Un Attore: Robin Williams



Ci sono attori che, nolenti o volenti, lasciano un segno che non è tanto in vista ma che ogni tanto torna a farsi sentire.

Quante volte vi è capitato di sentire il titolo di un film come "L'Attimo Fuggente" (1989) e vi sia venuto in mente un uomo in piedi sui tavoli?
Anche a voi si è stampato in testa un sorriso quando sentite la parola "Jumanji" (1995)?

E questi sono solo due dei film in cui il grande Robin ha recitato; come dimenticare il tenero "Hook:Capitan Uncino" (1991), uno dei film che maggiormente ha colpito la mia infanzia, con un cast eccezionale? Vi cito i grandi Williams, Dustin Hoffman, Julia Roberts, Bob Hoskin, Maggie Smith e Gwyneth Paltrow.

Robin Williams per me è forse il simbolo del cinema degli anni 80 e 90, sfiga ha voluto che in quel periodo io abbia vissuto la mia infanzia. I suoi film hanno un non so che di magico: pur non trattandosi di costanti capolavori, avevano quel "nonsocosa", un elemento unico che non ti faceva annoiare o distrarre: per quanto mi riguarda, questo fattore era dato dal grande carisma e dalla grande naturalezza di Robin Williams sul set.

Egli comincia a mettersi in mostra in "Stand Up Comedy Show" (uno tipo di spettacolo che qui in Italia servirebbe come il pane) e già da qui si inizia a vedere tutta questa energia positiva, questa voglia di vivere la pellicola sulla propria pelle che per me è ciò che si definisce "talento da fuoriclasse", data anche la sua intelligenza e improvvisazione.

Oltre a commedie spassose, egli recita in molti film di genere diverso come Patch Adams (1998) che mischia la commedia al dramma, o al thriller Insomnia (2002) a dimostrazione del fatto di poter vestire i panni di personaggi diversi uno dall'altro.

Vedete, io sto facendo terribilmente fatica a scrivere queste parole; se io amo il cinema è per gran parte merito suo. Le sue espressioni, il suo carisma, il suo sguardo da bambino, le sue parole (grazie anche, bisogna comunque ricordarlo, a un doppiaggio straordinario in italiano) e alle sue battute da comedy saranno per sempre un punto di riferimento per chiunque voglia intraprendere la carriera di attore.

Con la sua morte, una parte di me se ne è andata con lui.

Buona notte, papà attore.