venerdì 26 luglio 2013

La talpa


Titolo originale: Tinker Tailor Soldier Spy
Paese: Regno Unito, Francia
Anno: 2011
Regia: Tomas Alfredson
Cast: Gary Oldman, Benedict Cumberbatch, Colin Firth, Tom Hardy, John Hurt, Toby Jones, Mark Strong
Genere: spionaggio, thriller


Ed eccomi di nuovo qui con un’altra recensione per voi.

Questa volta mi accingo a recensire uno di quei film che personalmente considero uno dei migliori dell’anno 2011, sto parlando de “la talpa”.

La regia è di Tomas Alfreson. Un regista eclettico che con il suo film precedente (Lasciami entrare) è riuscito a convincermi del fatto che si possono fare film con i vampiri senza per forza proporre la solita immagine “effemminata”, senza metterci una ragazzina in calore o un 16enne palestrato con lo sguardo da ebete che si toglie la maglietta ad ogni inquadratura.

"Fuori sta diluviando... è il momento giusto per togliere la maglietta!"

Guardiamo subito la trama.

Siamo a Londra, nel 1973. Controllo, capo del servizio segreto inglese denominato “Circus”, è costretto a dimettersi a seguito di una missione segreta in Ungheria che ha portato alla morte dell’agente speciale Prideaux; oltre alla perdita della copertura dell’agente stesso.

Assieme a Controllo, lascia l’organizzazione anche il fedele George Smiley. Quest’ultimo, viene poi convocato dal governo e riassunto in segreto. Il suo compito sarà scoprire l’identità di una talpa filosovietica, che agisce da anni all’interno del ristretto numero degli agenti del Circus e su cui Controllo stava già indagando da molto tempo.

Controllo ha affidato dei soprannomi ai quattro possibili sospettati su cui George deve indagare: lo stagnaio, il sarto, il soldato e il povero. Al nostro protagonista viene affidato l’arduo compito di destreggiarsi tra vecchie storie di amicizie e rivalità per il bene dell’organizzazione.

Il ritmo è tranquillo e pacato e, nonostante questo, riesce a creare momenti di vera tensione.

Si viene a ricreare un’ atmosfera che alimenta il clima di sospetto che pervade la storia, senza per forza dover ripiegare su mirabolanti effetti speciali.

Il film va seguito con molta attenzione per non perdersi i passaggi, infatti durante la visione siamo portati a seguire le indagini di George man mano che si avvicina alla verità.

Insomma, un film di spionaggio in vecchio stile. Intendiamoci, non parlo di James Bond, il protagonista infatti non ha lo stesso fascino e “charme” di un Sean Connery, ma forse si avvicina di più al tipo di persona che può svolgere questo lavoro.

È anche per questo che il film mi è piaciuto, perché punta al realismo nella descrizione dei personaggi e delle situazioni, senza esagerare; ed è questa la scelta vincente per un film del genere. Oltre a seguire la storia infatti, ci vengono proposti anche degli squarci di vita di questi agenti segreti, un esistenza dominata dall’anonimato, piena di sacrifici e di scelte pesanti da compiere.

Di certo, non è una vita piena di belle donne o di cocktails in riva al mare.

La fotografia è molto curata e l’attenzione viene soffermata particolarmente sugli ambienti, fino a descriverli nei minimi particolari. Infatti, lo spettatore viene immerso nella tipica atmosfera della Londra degli anni settanta.

Altro ruolo fondamentale lo svolgono i personaggi, il film coinvolge lo spettatore in quella che è l’attività del “Circus” e degli agenti che ci lavorano, vediamo fin da subito qual è la gerarchia all’interno dell’organizzazione e quanto sia umanamente stressante il lavoro dell’ agente segreto.

Il personaggio principale è, ovviamente, George Smiley: un veterano agente dell’organizzazione e braccio destro di Controllo. Persona sempre ligia al dovere, è un personaggio dotato di un intelligenza fuori dal comune, oltre ad un ottima capacità di concentrazione anche nelle situazioni di maggior tensione. Per tutta la durata del film, George persegue il suo obiettivo fino alla fine senza arrendersi davanti alle difficoltà.

A queste qualità, che lo rendono uno dei migliori agenti dell’organizzazione, si contrappone una vita privata alquanto complicata (soprattutto nel rapporto con la moglie) e una difficoltà nel gestire i rapporti con le altre persone.

A collaborare alle indagini vi è un altro agente più giovane e inesperto rispetto al protagonista, Peter Guillam; persona onesta e volenterosa che viene presa sotto “l’ala protettrice” di George.

Un pò il tipo di relazione che c'è tra il Dr. Cox e J.D.

Un altro personaggio fondamentale è Ricki Tarr,un agente mandato in missione in Istanbul che scopre da un disertore sovietico l’esistenza di una “talpa” all’interno dell’organizzazione.

Tutti questi personaggi acquistano spessore grazie all’interpretazione degli attori, tutti bravissimi, in particolare Gary Oldman nella parte dell’agente Smiley che offre un’interpretazione immensa e misurata. Un peccato che a un attore del genere venga quasi sempre affidata solo la parte del cattivo.

In conclusione, posso dire di trovarmi finalmente di fronte ad un film di spionaggio che riesce a intrattenere con intelligenza, senza per forza stordirci con le solite esplosioni e altri trucchi pirotecnici.


Voto: 8

N.B.: Il film è basato sull'omonimo romanzo del 1974 di John le Carré

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