sabato 15 giugno 2013

Drive



Titolo originale: Drive
Paese: USA
Anno: 2011
Regia: Nicolas Refn
Cast: Ryan Gosling, Carey Mulligan, Albert Brooks
Genere: azione (?), noir, thriller (?)


Sono stato quieto per troppo tempo.

Ci hanno provato in tutti i modi: Warm Bodies, Iron Man 3, Shailene Woodley in Amazing Spiderman 2, Johnny Storm nei Fantastici 4 e addirittura con Prometheus, per farmi incazzare pesantemente.
Ma sono stato calmo.

Anche perchè cerco sempre di tenermi aggiornato sulle novità del mondo del cinema tramite altri blog e, bene o male, provo ad analizzare ogni film su punti di vista che magari non ho perfettamente valutato durante la visione. Quel che ne esce è una recensione sì personale, ma anche che tenga conto di quasi tutti gli aspetti, senza essere troppo violenta e basata solo sulle mie prime sensazioni. Sennò i consigli sarebbero inutili, non vi pare?

Ma oggi non va così.

Stavolta si va controcorrente.

Porca puttana, oggi faccio su un macello

Ti prego, Luro, così mi spaventi!


Ogni volta che cerco delle recensioni su Drive vedo sempre elogi maestosi, millemila stelle e complimenti vivissimi; che quando accade ciò io sospiro, mi tolgo gli occhiali e penso: "Perchè?"

Sono dunque io l'unico essere umano che ritiene questa pellicola una semi puttanata?

Vediamo la trama e cerchiamo di ragionare.
Questo film gira intorno a un protagonista, che chiameremo l' "innominato" (a causa del fatto che il suo nome non ci è dato sapere), il quale ha una doppia vita: di giorno è un rispettabile meccanico e stuntman di Hollywood per le scene pericolose di auto mentre di notte è autista di rapinatori di banche.

Esattamente, quando si fa una rapina, lo si  chiama perchè, visto che è un gran bravo, riesce a seminare la polizia.

E fin qui pensi: "però...che figata"; già le primissime scene sono girate da Dio.

Poi (purtroppo) il film continua:

L' innominato ha una vicina di casa molto bella.
Lui piace a lei.
Lei piace a lui.
Lei ha un marito.
Il marito però è in carcere.
Il marito quando esce dal carcere ha un problema.
Innominato lo vuole aiutare
Sembra una cosa facile, dai.
La trama si tranquillizza un attimo.
Cazzo
Che succede?
C'è un problema.
Che problema?
Il problema sarà l'evoluzione del film.

Adesso respirate e fate una pausa; ci siete? Ok, ora rispondete alla domanda, per favore.

Non vi da fastidio leggere una recensione così? Lenta, a tratti insopportabile, che tu la leggi e pensi: "E quindi?"

Ecco, ora immaginatevi 95 minuti in cui il ritmo è sempre così: lento.

Effetti indesiderati

Ok, "evidentemente non c'è poi tanta azione e si punterà più sul dramma e sulla parte psicologica" ho pensato. Coglione Luro, coglione.

Perchè i personaggi hanno sempre la stessa cazzo di espressione, e uno su tutti, il protagonista Goslying

"Avrò tolto la pasta dal fuoco?"

Su internet leggo: "vedete questo film, è imperdibile" oppure "a chi non piace questo film, non capisce niente di cinema", e ancora "siamo davanti a un nuovo genere, inchinatevi".

Allora, che sia effettivamente un genere nuovo, sono d'accordo: è la prima volta che vedo un thriller con una fortissima impronta noir malinconica che, sotto un certo punto di vista, stravolge i punti del genere stesso.
Così come è vero che ci sono alcune scene (con il contagocce eh, non esageriamo) in cui i ritmi accelerano tantissimo.



Inutile accelerata del ritmo
Ma tre scene di 5 minuti su un film di 95, sono tastabili come una scorreggia nel vento.

Anche tecnicamente parlando non ho visto un gran che: se salviamo le poche scene sopracitate, non ho notato questo grande capolavoro come tutti descrivono.
Sarò fesso io, che vi devo dire.

Poi va beh, mi risollevo pensando che molti ritengono Il Gladiatore un grandissimo film.

Ad ogni modo, siamo sempre qui: ne ho parlato anche nella recensione di The Descent; il pubblico si evolve, e il cinema (volente o nolente) deve trovare il giusto dosaggio fra il passato e l'attuale.

Ovvio, se sei troppo moderno prendi solo una fetta del pubblico (come è successo ad Iron-man 3 che sto ancora bestemmiandoci sopra), se sei troppo attacco alla tradizione, rischi di annoiare.

Qui devo dire che il regista ha preso tutto quello che c'è di attuale nei film di macchine (le tamarrate di stile Fast&Furious per esempio) e l'ha buttato nel cesso, e noi lo ringraziamo: poi ha preso ambientazioni e stili anni '80 e ha fatto un film con canoni totalmente nuovi.
Questo sicuramente è apprezzabile; il punto è che, però, uno spettatore queste cose deve notarle, ci deve riflettere su e "digerire la pellicola".

Ma allora non puoi essere dinamico come il doppio passo di Alvarez in un film di azione. E' un controsenso. Punto.

Girano i coglioni eh, perchè questo lavoro del regista è meritevole, ma è il classico film che è partito con una idea nuova e originale ma applicata, secondo me, in modo sbagliato.

Ora vado, i critici di cinema mi stanno aspettando per il linciaggio

Voto: 4.5

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