giovedì 16 agosto 2012

Il grande Lebowski


Titolo originale: The big Lebowski
Paese: USA/Regno Unito
Anno: 1998
Regia: Joel & Ethan Coen
Cast: Jeff Bridges, John Goodman, Julianne Moore, Steve Buscemi, John Turturro
Genere: Commedia fricchettona


Dopo una settimana di meritato relax, sole, mare, amici, Ichnusa e Tortillas, mi è venuta l’ispirazione per scrivere questa recensione, interrompendo così un lungo periodo di assenza dal blog per cause di forza maggiore. Ormai mi pare sia chiaro che la frequenza con cui faccio recensioni è pari alla frequenza con cui Terrence Malick dirige un film (per rimanere in tema con il mondo del cinema). Ma ora veniamo alla recensione.

Innanzitutto, partiamo con una presentazione del protagonista: lo stralunato Jeff Lebowski detto il Drugo, vecchio hippy degli anni '70, fedele ai propri valori, tra cui l'amicizia e il pacifismo. Questo "anti-eroe" passa le sue giornate tra una partita di bowling, una fumata di marijuana, un bicchiere del suo drink preferito e la musica dei Creedence Clearwater Revival. Drugo è un fallito, un perdente, insomma un vero e proprio cazzone, descritto come: “forse il più pigro di tutta la contea di Los Angeles e quindi di tutto il mondo“. 


Ecco, giusto per dare un'idea

Il film inizia con due ladruncoli che irrompono in casa del protagonista commettendo un errore di identità. Infatti, pretendono del denaro da Lebowski (famoso miliardario omonimo), ma lui non è il Lebowski che cercano, lui è Drugo. La situazione si complica quando uno dei due assalitori urina sul tappeto del soggiorno. Il nostro, risvegliato dal suo ozio, è intenzionato ad agire, si presenta presso l’uomo per il quale era stato scambiato e pretende da lui un tappeto nuovo. Da qui partono una serie di vicende che porteranno a svariati imprevisti. I suoi amici Walter (reduce della guerra nel Vietnam) e Donny (autore di domande sempre fuori luogo) lo accompagnano nella sua impresa come complici.


Donny: "Sono i nazisti?"
Walter: "No Donny, sono dei nichilisti, non c'è da aver paura."

L'intento dei geniali fratelli Coen sembra essere quello di prendere un film giallo-noir e trasformarlo in una commedia demenziale e scorretta. A volte si rischia di perdersi in questa storia contorta, ma la forza del film è un insieme di personaggi stravaganti, uno svolgersi della vicenda molto intrigante, allucinanti sequenze oniriche (il sogno del Drugo…) e scene talvolta surreali.

Il film descrive il Drugo come "l'uomo giusto, al posto giusto, nel momento giusto", cosa che in realtà non è. Infatti è divertente notare quanto il protagonista sia fuori luogo rispetto al contesto. Insomma, che cosa vi aspettate da un barbuto hippy strafumato aiutato da individui "poco raccomandabili"? Di certo non di risolvere un caso intricato di una persona scomparsa... E invece è proprio ciò che accade in questo film.

Un altro evidente contrasto nel film si ha nei due Lebowski omonimi. In effetti, non è un caso se i due personaggi sono omonimi, questo espediente serve a sottolineare come i due Lebowski siano simili e allo stesso tempo opposti. Infatti, il Drugo è un personaggio che, con la sua aria sempre scazzata e fuori dal mondo, diventa il simbolo di quegli americani legati agli ideali dei figli dei fiori e che soprattutto si rifiutano di farsi corrompere da una società falsa e malata (gli anni '90).


"Smoky, amico mio, stai per entrare in una valle di lacrime!"

Personaggio totalmente opposto è invece il sig. Jeffrey Lebowski: ricco e scontroso uomo d'affari costretto su una sedia a rotelle (a seguito della guerra in Corea) che, invece di diventare un nulla-facente come Drugo, ha preferito diventare un miliardario. Insomma, i due personaggi hanno entrambi affrontato il periodo della guerra ma ognuno ha preso la sua strada.

Forse con questo film, i fratelli Coen vogliono dirci che nella vita è meglio prendere le cose come vengono, con ironia e leggerezza, senza farsi troppi problemi. Proprio perché nella vita non sempre le cose vanno a finire come avevamo previsto.

E allora che fare?... Prendila come viene!


Just take it easy, man!

Voto: 9


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